mercoledì 22 febbraio 2012

Questioni di ciocca



“Dicono che laggiù in centro città sia pieno di infedeli.”
“Quelli che stanno dietro l’angolo con la macchina fotografica con lo zoom, pronti a fotografarti una ciocca di capelli?”
“Sì, quelli. Coprili bene, i capelli, ché se te li vedono non sanno resisterti e cominciano a salivare.”
“I miei capelli li vede solo quel coglione di mio marito.”
“Appunto, non vorrai mica che anche altri uomini si rincoglioniscano a causa tua.”
“Ma sembra che oggi gli uomini abbiano altro a cui pensare. Dicono che sia in corso una rivoluzione. Pare che partecipino anche le donne.”
“Donne disoneste?”
“Credo di sì. Tutte con le ciocche al vento.”
“Che schifo! Come fanno a non vergognarsi?”
“Pare che vendano le loro ciocche al migliore offerente.”
“E gli uomini cosa se ne fanno delle ciocche?”
“Le appendono nei camion e ci fanno i calendari. Gli studenti pare che le usino come segnalibri!”
“Miseria della filosofia!”
“E poi, quando nessuno li vede, si spennellano i Grundrisse!”
“Davvero? Credo bene che vogliono picchiare le mani! Hanno gli ormoni in agitazione.”
“Sono giovani, bisogna anche capirli. Finchè non prendono moglie non sanno chi picchiare.”
“In ogni caso stai attenta, quando li incontri, a non metterti in mezzo. Nascondi tutte le tue rotondità.”
“Ma io sono tutta rotonda. Me lo dice sempre quel coglione di mio marito.”
“E tu lo lasci dire? Io a quest’ora farei lo sciopero della ciocca.”
“Se ci provo lui mi toglie gli alimenti.”
“Porco maschio!”
“Ah, quello poi… mai assaggiato, neanche dopo il Ramadan.”
“Ma sei sicura di volere andare? Guarda che ci sono anche i soldati pronti a sparare sulla folla!”
“Sì, ma Allah sta con i soldati, non è vero? Se sta con i soldati, mi proteggerà dalle loro pallottole.”
“Sai cosa penso, però?….. io a questa storia di Allah…. insomma, mica ci credo tanto, sai?”
“Non dirmi che stai diventando cristiana.”
“No, no, dalla padella nella brace no! Non so come dirtelo… io non ho studiato, non so neanche leggere…. ma questa storia che c’è Allah che pensa a tutto, insomma, onestamente…. mi fa un po’…..”
“Una pippa?”
“Ecco, appunto!...”

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