“Dicono che laggiù in centro città sia pieno
di infedeli.”
“Quelli che stanno dietro l’angolo con la
macchina fotografica con lo zoom, pronti a fotografarti una ciocca di capelli?”
“Sì, quelli. Coprili bene, i capelli, ché se
te li vedono non sanno resisterti e cominciano a salivare.”
“I miei capelli li vede solo quel coglione di
mio marito.”
“Appunto, non vorrai mica che anche altri
uomini si rincoglioniscano a causa tua.”
“Ma sembra che oggi gli uomini abbiano altro
a cui pensare. Dicono che sia in corso una rivoluzione. Pare che partecipino
anche le donne.”
“Donne disoneste?”
“Credo di sì. Tutte con le ciocche al vento.”
“Che schifo! Come fanno a non vergognarsi?”
“Pare che vendano le loro ciocche al migliore
offerente.”
“E gli uomini cosa se ne fanno delle ciocche?”
“Le appendono nei camion e ci fanno i
calendari. Gli studenti pare che le usino come segnalibri!”
“Miseria della filosofia!”
“E poi, quando nessuno li vede, si
spennellano i Grundrisse!”
“Davvero? Credo bene che vogliono picchiare
le mani! Hanno gli ormoni in agitazione.”
“Sono giovani, bisogna anche capirli. Finchè
non prendono moglie non sanno chi picchiare.”
“In ogni caso stai attenta, quando li
incontri, a non metterti in mezzo. Nascondi tutte le tue rotondità.”
“Ma io sono tutta rotonda. Me lo dice sempre
quel coglione di mio marito.”
“E tu lo lasci dire? Io a quest’ora farei lo
sciopero della ciocca.”
“Se ci provo lui mi toglie gli alimenti.”
“Porco maschio!”
“Ah, quello poi… mai assaggiato, neanche dopo
il Ramadan.”
“Ma sei sicura di volere andare? Guarda che ci
sono anche i soldati pronti a sparare sulla folla!”
“Sì, ma Allah sta con i soldati, non è vero? Se
sta con i soldati, mi proteggerà dalle loro pallottole.”
“Sai cosa penso, però?….. io a questa storia
di Allah…. insomma, mica ci credo tanto, sai?”
“Non dirmi che stai diventando cristiana.”
“No, no, dalla padella nella brace no! Non so
come dirtelo… io non ho studiato, non so neanche leggere…. ma questa storia che
c’è Allah che pensa a tutto, insomma, onestamente…. mi fa un po’…..”
“Una pippa?”
“Ecco, appunto!...”
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