Come un’anguilla intraprendente, Norberto
sgusciava tra un’auto e un’altra a cavallo della sua bici ventennale, alla ricerca
del posto in prima fila davanti al rosso del semaforo. Gli autisti incolonnati
ringhiavano tra i denti e con i motori. Un motociclista gli ostruiva il
passaggio fra due macchine, e per soprammercato gli mitragliava una buona dose
di gas tossici sotto il naso. Stava ridendo, dentro quell’oblò che gli foderava
la testa: Norberto lo sapeva che stava ridendo mentre lo obbligava a quelle
abluzioni.
Accettò quindi la sfida, decise di insinuarsi
come una fesa di anguilla tra il motorino strafottente e un SUV imperioso, col
risultato inevitabile di strisciare sia il pedale destro sul parafango della
moto, sia il manubrio sulla preziosa carrozzeria del SUV.
“Ma che hai fattooooo?” sbraitò la conducente
del SUV abbassando il finestrino e stirando le giugulari.
“Signora, sarò sincero. Lei è troppo ingombrante.
Non si entra in un labirinto con un elefante.”
“Elefante sarai tu” rispose piccata Lady Giugulara,
e cominciò a sterzare per accostarsi al marciapiede, indifferente alla polifonia
di clacson sollevatasi nel nanosecondo esatto in cui scattò il verde. Mentre la
goffa manovra di accostamento proseguiva, la moto si dileguava elegantemente lasciando
aleggiare in sua memoria una nuvoletta di pm10, e le macchine in coda, ancora
bloccate, esprimevano un’ira crescente nel presagire sempre più inevitabile il
ritorno del rosso.
“Lo sai quanto mi costa questo graffiooooo?” minacciò
Lady Giugulara dopo aver esaminato il minuscolo virgolino bianco su fondo nero.
“Innanzitutto, signora, il fatto che lei
guida un SUV e io una bici senza cambio, assemblata e antiestetica, non l’autorizza
a darmi del tu. E poi, vuole un consiglio? Lasci stare questo arabesco così com’è
e coi soldi risparmiati pensi piuttosto a pagare le tasse.”
Salì sul marciapiede e affondò sui pedali. Svoltato l’angolo, Norberto stava ancora cercando di indovinare l’insulto che Lady Giugulara gli inoltrava dalla cortina di clacson (screanzato? maleducato? insolente?), quando udì una voce di donna anziana latrargli dietro: “screanzato! maleducato! insolente!”. Si era spaventata, la passante, anche se Norberto l’aveva superata mantenendo una distanza adeguata.
Salì sul marciapiede e affondò sui pedali. Svoltato l’angolo, Norberto stava ancora cercando di indovinare l’insulto che Lady Giugulara gli inoltrava dalla cortina di clacson (screanzato? maleducato? insolente?), quando udì una voce di donna anziana latrargli dietro: “screanzato! maleducato! insolente!”. Si era spaventata, la passante, anche se Norberto l’aveva superata mantenendo una distanza adeguata.
“Ai miei tempi le bici andavano in strada! C’era
rispetto per i pedoni!”
“Signora, ai suoi tempi c’era anche rispetto
per le bici. Non facciamoci la guerra fra poveri.” e scattando avanti la lasciò
pontificare contro il ciclista (come si permette?), e poi contro il sindaco
della città (comunista….), e poi contro il governo (quando c’era Lui….), e poi contro
l’Europa (i sacrificii…..).
Appena tuffatosi sulla strada, un nuovo fiammante
SUV gli si accostò sgommando a due centimetri dal gomito sinistro. L’evasore
fiscale che lo guidava gli si rivolse telegrafico da dietro il finestrino
abbassato:
“Scusa, Piero della Francesca….?”
“E’ morto” rispose Norberto, e come un’anguilla
braccata risalì, clandestino, sul marciapiede.
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