mercoledì 4 aprile 2012

Un'anguilla in città




Come un’anguilla intraprendente, Norberto sgusciava tra un’auto e un’altra a cavallo della sua bici ventennale, alla ricerca del posto in prima fila davanti al rosso del semaforo. Gli autisti incolonnati ringhiavano tra i denti e con i motori. Un motociclista gli ostruiva il passaggio fra due macchine, e per soprammercato gli mitragliava una buona dose di gas tossici sotto il naso. Stava ridendo, dentro quell’oblò che gli foderava la testa: Norberto lo sapeva che stava ridendo mentre lo obbligava a quelle abluzioni.
Accettò quindi la sfida, decise di insinuarsi come una fesa di anguilla tra il motorino strafottente e un SUV imperioso, col risultato inevitabile di strisciare sia il pedale destro sul parafango della moto, sia il manubrio sulla preziosa carrozzeria del SUV.
“Ma che hai fattooooo?” sbraitò la conducente del SUV abbassando il finestrino e stirando le giugulari.
“Signora, sarò sincero. Lei è troppo ingombrante. Non si entra in un labirinto con un elefante.”
“Elefante sarai tu” rispose piccata Lady Giugulara, e cominciò a sterzare per accostarsi al marciapiede, indifferente alla polifonia di clacson sollevatasi nel nanosecondo esatto in cui scattò il verde. Mentre la goffa manovra di accostamento proseguiva, la moto si dileguava elegantemente lasciando aleggiare in sua memoria una nuvoletta di pm10, e le macchine in coda, ancora bloccate, esprimevano un’ira crescente nel presagire sempre più inevitabile il ritorno del rosso.
“Lo sai quanto mi costa questo graffiooooo?” minacciò Lady Giugulara dopo aver esaminato il minuscolo virgolino bianco su fondo nero.
“Innanzitutto, signora, il fatto che lei guida un SUV e io una bici senza cambio, assemblata e antiestetica, non l’autorizza a darmi del tu. E poi, vuole un consiglio? Lasci stare questo arabesco così com’è e coi soldi risparmiati pensi piuttosto a pagare le tasse.” 
Salì sul marciapiede e affondò sui pedali. Svoltato l’angolo, Norberto stava ancora cercando di indovinare l’insulto che Lady Giugulara gli inoltrava dalla cortina di clacson (screanzato? maleducato? insolente?), quando udì una voce di donna anziana latrargli dietro: “screanzato! maleducato! insolente!”. Si era spaventata, la passante, anche se Norberto l’aveva superata mantenendo una distanza adeguata.
“Ai miei tempi le bici andavano in strada! C’era rispetto per i pedoni!”
“Signora, ai suoi tempi c’era anche rispetto per le bici. Non facciamoci la guerra fra poveri.” e scattando avanti la lasciò pontificare contro il ciclista (come si permette?), e poi contro il sindaco della città (comunista….), e poi contro il governo (quando c’era Lui….), e poi contro l’Europa (i sacrificii…..).
Appena tuffatosi sulla strada, un nuovo fiammante SUV gli si accostò sgommando a due centimetri dal gomito sinistro. L’evasore fiscale che lo guidava gli si rivolse telegrafico da dietro il finestrino abbassato:
“Scusa, Piero della Francesca….?”
“E’ morto” rispose Norberto, e come un’anguilla braccata risalì, clandestino, sul marciapiede.

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