mercoledì 25 aprile 2012

Blow job



Discretamente miope, il Grigio camminava di notte per una strada poco illuminata di una città sconosciuta, Barcellona, agglomerato urbano per lui imbarazzante, così pieno di colori e di giovani disinvolti. A differenza dei giovani che brulicavano per la città, lui era lì per una grigia missione di lavoro. Mentre cercava con fatica di distinguere i contorni delle sagome di alcune ombre ondeggianti sotto il fascio di luce di un palo, il suo sguardo concentrato fu intercettato dagli occhi di una delle ragazze africane che stavano conversando e ridendo fra loro. “Ehi! Ehi!” lo chiamò la ragazza, ma il Grigio, imbarazzato per mestiere, fece finta di non aver capito e, tornato a fissare il selciato, tirò dritto. La ragazza africana si staccò dal gruppo e gli si accostò, seguendolo per qualche passo. Lo guardava dritto negli occhi, seria e innocente, e senza alcuna ombra di pudore gli chiese: “Are you looking for sex?”.
Adesso il Grigio la vedeva bene. Era bella, doveva convenire. Due occhi enormi e un corpo da campionato di pattinaggio su ghiaccio. Dentro la sua testa stava confusamente balbettando una risposta, qualcosa tra una reticente e vergognosa accettazione e una sofferta rinuncia, e stava cercando di improvvisare anche il tono e l’inflessione della voce, un recitativo in bilico tra il libertino donnaiolo e il moralista bacchettone. In breve, la domanda lo aveva profondamente imbarazzato, e stava ancora cercando di orientarsi quando la ragazza affinò l’offerta: “Would you like a blow job?”.
Evidentemente lei aveva capito, con occhio clinico, che per attirare il suo potenziale cliente era più adeguato proporre un servizio un po’ sbrigativo ed economico, e soprattutto poco responsabilizzante, qualcosa che poteva essere realizzato in modo che davanti a un tribunale il suo cliente potesse sostenere il giorno dopo che non di sesso si trattò, ma di qualcosa d’altro, vostro onore, un glande-lavaggio, niente di più, senza alcuna partecipazione cardiaca né intrusione indiscreta in territori di norma occultati. E nel fare la sua proposta, la ragazza continuava a guardare il Grigio con uno sguardo che conteneva addirittura fierezza e un retrogusto di sorriso.
Non aveva fatto i conti, però, con l’ignoranza del Grigio. Se gliel’avesse chiesto in italiano, forse il Grigio avrebbe avuto una vaga idea del procedimento in preventivo. Ma che diavolo fosse questo presunto lavoro del soffio il Grigio proprio non riusciva ad immaginare. Sarà un bacio appena sfiorato? O una parola oscena sussurrata all’orecchio? Una libidinosa snariciata tra le mani? O la vecchia infantile gara di puzze?
“Excuse me, but I never did the Erasmus” buttò lì con sincerità, a mo’ di scusa.
Avrebbe tanto desiderato chiedere di che cosa si trattava, qual'era la meccanica implicata da questo bizzarro lavorio del soffio. L’energia eolica non farà andare i treni, ma il vento è capace di levigare le rocce. E però soltanto chiedere una delucidazione – non pensiamo nemmeno a una dimostrazione pratica – era per il Grigio una richiesta mortalmente imbarazzante.
Restò a interrogarsi per tutta la sera, vagando a caso tra un vicolo e un altro, come sospinto da dolci raffiche di quel vento che la bellissima africana non riuscì a vendergli.

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